Angeli senza colpe

Ogni giorno aprendo qualsiasi quotidiano oppure ascoltando uno dei tanti notiziari disponibili sulle nostre reti non possiamo far altro che leggere ed udire di nuove violenze: da parte di un marito geloso sulla propria moglie, di uno zio sulla nipote, delle maestre sui loro piccoli alunni e la lista potrebbe essere interminabile. Le riflessioni potrebbero essere le più disparate, ma alla luce della recente cronaca, relativa al ritrovamento del piccolo Loris, ucciso a soli 8 anni, ritengo sia importante soffermare la nostra attenzione proprio sulla violenza che vede coinvolti piccoli angeli, per i quali le ali della vita vengono tarpate per sempre.

Lo scorso 4 Settembre l’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia) ha presentato il rapporto “Hidden in plain sight”, ossia “Nascosto sotto gli occhi di tutti”, la più ampia raccolta di dati mai realizzata sulla violenza sui bambini, composta con statistiche provenienti da 190 paesi.”Hidden in Plain Sight” sottolinea lo sconcertante aumento dei casi di abusi fisici, sessuali e psicologici, e mette in luce comportamenti che perpetuano e giustificano la violenza, tenendola nascosta, ma sotto gli occhi di tutti ovunque nel mondo.

Così come ad esser sotto gli occhi di tutti, sono le numerose bare bianche che ovunque avanzano, in un silenzio interrotto dalle lacrime e dalla rabbia, verso l’oblio. Quale definizione migliore per un luogo che di certo non dovrebbe ospitare piccoli corpi che non potranno mai più realizzare i loro sogni? Il rapporto UNICEF documenta le violenze anche nei luoghi in cui i bambini dovrebbero maggiormente sentirsi al sicuro: nelle proprie comunità, a scuola, a casa. Anzi, proprio questi sono i luoghi in cui i bambini risultano essere maggiormente esposti al rischio di violenze.

A livello globale, un quinto degli omicidi ha come vittima un bambino o un ragazzo sotto i 20 anni. Nel 2014, sono stati assassinati circa 90.000 tra bambini e giovanissimi. Ad aggiudicarsi il trofeo in questa triste graduatoria è la Nigeria, la quale riporta il più alto numero di omicidi di bambini: 13000 l’anno. Il dato è raccapricciante, sconcertante, allarmante, eppure è quasi del tutto sconosciuto e quasi mai son state organizzate delle campagne informative con lo scopo di far emergere questa vergogna.

A questo punto si potrebbe pensare che la violenza, così come gli omicidi che colpiscono i bambini siano una questione che riguarda popoli che non hanno grandi risorse e una scarsa istruzione, ma tra i paesi ad alto reddito ci sono gli Stati Uniti a registrare il più elevato tasso di omicidi sui giovanissimi. Pertanto è facile comprendere come questo sia un problema che colpisce tutti i paesi del mondo e che continua a rimanere “Nascosto sotto gli occhi di tutti”.

Naturalmente l’omicidio è il culmine della violenza, il suo volto peggiore. Quest’ultima può manifestarsi sotto tante forme diverse, tutte gravi ed ugualmente dannose per coloro che ne sono vittima. Nel mondo, oltre un terzo degli studenti tra 13 e 15 anni di età è sistematicamente vittima del bullismo. Circa un terzo degli studenti tra gli 11 e i 15 anni, in Europa e in Nord America, ha dichiarato di avere commesso atti di bullismo. In Lettonia e Romania, questa percentuale sale al 60%.

Circa il 17% dei bambini, in 58 Stati presi in esame, risultano soggetti a forme severe di punizione fisica come percosse dure e ripetute sulla testa, sulle orecchie o in faccia. A livello globale, tre adulti su dieci ritengono che le punizioni corporali siano giustificabili, nell’educazione di un bambino. L’UNICEF propone alcune strategie per far sì che la società nel suo complesso, dalle famiglie ai governi, prevenga e riduca la violenza sui bambini. Tali strategie prevedono un maggiore sostegno ai genitori per dare ai bambini le opportune competenze comportamentali, modificare gli atteggiamenti sociali nei confronti della violenza, rafforzare i sistemi giudiziari, penali e sociali, far conoscere i costi umani e socioeconomici della violenza, al fine di cambiare gli atteggiamenti e le normative.

Come evidenzia il rapporto, la violenza sui bambini ha conseguenze durature, che spesso si ripercuotono nelle generazioni successive. I bambini maltrattati hanno inoltre maggiori probabilità di non trovare lavoro, vivere in povertà e diventare, a loro volta, violenti. Questi sono fatti che molto spesso nessun governo, nessun genitore e nessuna istituzione vuole vedere, perché fanno emergere il lato peggiore di qualsiasi paese e costringono a fare i conti con la realtà, ma ogni bambino ha diritto ad avere un’infanzia sicura e protetta e la violenza sui bambini non dovrebbe più essere considerata parte integrante della società.

Ormai anche noi ci siamo abituati a leggere e ad ascoltare di bambini vittime di abusi sessuali, di atti di bullismo e di omicidi e molte volte queste notizie, seppur ci colpiscano profondamente, non ci lasciano sconvolti e scioccati come dovrebbero. Per risolvere ciò iniziamo ad indignarci e facciamo sì che sian veramente “sotto gli occhi di tutti”. #risolveresipuò