La pubblicità è l’anima del commercio

Il subconscio è il bersaglio del bombardamento di messaggi subliminali che ci arrivano da tutti gli angoli e che mirano a manipolare il nostro comportamento attraverso gli “istinti” dell’uomo come quello di sopravvivenza, il sesso, l’avidità, l’accettazione sociale, la sicurezza e la territorialità.

“Subliminale” significa sotto la soglia, poiché i messaggi vengono comunicati a un livello che la mente cosciente non registra, ma il subconscio certamente si.
Il subconscio vede tutto mentre il conscio nota solo una frazione di ciò che passa attraverso gli occhi, in parte modificandolo. La pubblicità subliminale è stata svelata negli anni Cinquanta, quando venne scoperto che alcuni annunci pubblicitari trasmessi dalla televisione o al cinema contenevano immagini che stimolavano il desiderio di un prodotto particolare.
Tali immagini duravano una frazione di secondo e non venivano percepite a livello conscio. La conoscenza della programmazione subliminale risale all’antichità, a studiosi come Platone e Aristotele, che parlano di questo fenomeno di cui si sono occupati più di 500 studi scientifici.

Dopo questa spiegazione molto tecnica passo ad alcuni esempi, servendomi di pubblicità che sono molto conosciute e famose.

Pensiamo alla pubblicità dello yogurt Muller, il cui celeberrimo slogan è: “Fate l’amore con il sapore”, contemporaneamente sullo schermo vediamo apparire una ragazza seminuda, coperta solo da della frutta. Questo rappresenta una chiara allusione alla sfera sessuale e ai piaceri che da essa possono derivare. In relazione a tale argomento possiamo ricordare la pubblicità in cui compariva Rocco Siffredi e che destò tanto scalpore, poiché lo slogan era: “La patatina tira”.

I messaggi subliminali trasmessi dalle pubblicità possono essere anche di altro genere, possiamo ad esempio citare lo slogan “Dove c’è barilla c’è casa”, il quale chiaramente fa immaginare un contesto sereno e famigliare e quindi richiama alla mente dello spettatore quelle immagini legate alla sua infanzia, di una famiglia seduta a tavola che condivide un piatto povero, quale è la pasta. Sempre legata al concetto di famiglia e di serenità non possiamo non citare la pubblicità del “Mulino Bianco, un mondo buono”. Essa illude lo spettatore che comprando quei prodotti entrerà a far parte di un nuovo contesto.

Conclusioni

Quindi bisogna stare in guardia, poiché tra ciò che vediamo, ciò che percepiamo e ciò che realmente viene immagazzinato dal nostro cervello c’è una grande differenza. Non facciamoci condizionare l’esistenza dalle pubblicità e dai modelli che ci vengono proposti, ma da ciò che ogni giorno viviamo sulla nostra pelle.