Scatto del mese: Mostro HDR di Actarus

A grande richiesta su LAB Informer arriva la rubrica “Scatto del mese”, nella quale lo staff di Canonisti.com selezionerà ogni mese una foto tra quelle inserite nel forum, scegliendo quella che avrà ricevuto maggiori visite.

Questo progetto nasce dall’idea di voler dimostrare che non occorre necessariamente essere dei professionisti per vedere una propria foto in prima pagina, basta avere fantasia e passione e partecipare assiduamente a Canonisti.com.

[button link=”https://labinformer.net/wp-content/uploads/2013/07/14614d1371071627-mostro-hdr.jpg” size=”medium”]Scarica la foto[/button]

Actarus ci racconta un po’ la storia delle sue foto:

La super jeep del mio amico Luca anche detta il Mostro.

Esposizione: 5 esposizioni fuse con HDR Efex Pro 2 (scatto centrale 1/40 sec.)
Apertura: f/16
Lente: 15 mm
ISO: 100

[hr]

A nome di tutto lo Staff di LAB Informer ringrazio l’amministratore non che fondatore di Canonisti.com: Paolo Cervesato, per averci concesso in licenza questa rubrica fantastica.

Fonte: Scatto del mese: Mostro HDR di Actarus

Sony SmartWatch 2, l’orologio NFC per gli Android

Ora tutti diranno che Sony con la presentazione di oggi ha bruciato sul tempo i progetti simili di AppleSamsung e Microsoft, ma in realtà il colosso nipponico lo aveva fatto da diverso tempo, da quando per la precisione presentò la prima versione di SmartWatch, passata sotto silenzio perché troppo in anticipo sui tempi. Con tutto il parlare che si è fatto ultimamente di questo tipo di device invece c’è da scommettere che il Sony SmartWatch 2 non mancherà di attirare l’attenzione su di sé, anche perché i tempi, a livello tecnico, sono ormai maturi per questo tipo di prodotto.

Il nuovo “orologio intelligente” sarà equipaggiato con chip Bluetooth e NFC potrà interfacciarsi con un qualsiasi device Android dotato ovviamente degli stessi chip e consentirà di leggere le mail già scaricate e di inviare allo smartphone i comandi per effettuare chiamate, scattare foto ed avviare la riproduzione di video e musica. Potrà anche visualizzare sveglie e notifiche ricevute, ed essere dotato di varie app come quella per le mappe, per il calendario e per l’accesso a Facebook e Twitter, oltre ovviamente a funzionare da vero e proprio orologio, quando non connesso allo smartphone. Il device inoltre è anche resistente alla polvere ed alle infiltrazioni d’acqua, consentendone l’uso sott’acqua per un periodo di tempo limitato e a una profondità non eccessiva.

sonysmartwatch2g

L’orologio marchiato Sony avrà un display capacitivo da 1.6 pollici, con risoluzione di 220 x 176 pixel e schermo transflessivo, che dovrebbe quindi essere facilmente leggibile anche in piena luce. Sarà messo in vendita in una versione con una cinghia realizzata in acciaio inox che potrà essere cambiata, se desiderato, con una qualsiasi altra cinghia da 24mm in vari colori.

Si ricaricherà tramite connessione microUSB ed avrà un’autonomia di circa 4 o 5 giorni con un suo uso moderato.

Il colosso nipponico ha fatto sapere che lo distribuirà a livello mondiale a partire dal prossimo settembre ad un prezzo di 199€ a parer mio abbastanza adeguato. Il modello attuale viene venduto a circa 100 dollari.

Recensione Sony Xperia P

Nonostante sia passato discreto tempo dall’uscita ufficiale in Italia di Sony Xperia P, oggi viriamo la nostra attenzione su questo smartphone Android, sempre più al centro di offerte, nei negozi online e non, in modo da proporvi una esaustiva recensione completa.

Uno dei principali limiti della casa giapponese è stato finora il rapporto qualità/prezzo iniziale: smartphone con una architettura hardware più indietro rispetto a quella proposta dalla casa sudcoreana Samsung ed un prezzo invece allineato con questa, hanno convinto molti consumatori a concentrare la propria attenzione verso altre case produttrici. Invece, complice l’inevitabile calo di prezzo, di molti smartphone Android, molti Sony, tra cui Xperia P stanno vivendo una seconda giovinezza allungando il loro ciclo di vita.

Confezione

La confezione è molto ricca: auricolari stereo in-ear, alimentatore a carica rapida, cavo micro USB, cavo HDMI e anche le Smart Tags.

Costruzione ed ergonomia

Fra gli smartphone Sony, questo Xperia P è sicuramente quello meglio costruito e che in mano dà una percezione di solidità nettamente superiore. Questo è possibile grazie alla cover in metallo (in plastica negli altri modelli) e che al contrario di Xperia S non è removibile grazie all’aver spostato lo slot per la micro USB sul lato. Non avrebbe avuto senso infatti, visto l’impossibilità di rimuovere la batteria. La dimensione è il giusto compromesso fra Xperia U e Xperia S.

Hardware

Anche dal punto di vista hardware Xperia P è esattamente una via di mezzo fra il piccolo Xperia U e il grande Xperia S. Il processore è un dual core da 1 GHz, accompagnato da 1 GB di RAM e 16 GB di memoria interna (non espandibile). Rispetto al modello più piccolo troviamo però il supporto NFC, l’uscita HDMI e una fotocamera da ben 8 megapixel che registra video a 1080p e una frontale con una risoluzione VGA.

Display

Il display di questo smartphone è l’unico della serie a godere della tecnologia White Magic che promette una visibilità superiore sotto la luce diretta del sole, che introduce all’interno del pixel, oltre all’RGB, il colore bianco. Ha un’elevata luminosità che permette un’ottima visibilità anche sotto il sole. La risoluzione è di 540 x 960 pixel, alta e che garantisce una densità di 275 pixel.

Software

Il software è il fronte su cui Xperia P deve sicuramente ancora lavorare maggiormente. Non ci sono in realtà grandi difetti da segnalare, ma l’implementazione di Sony nasconde la versione stock di Android senza in realtà aggiungere nessuna funzione particolare. Interessanti Wisepilot, o Office Suite pro e NeoReader pre-installati; manca un gestore di file, che può comunque essere successivamente scaricato dal Play Store. Difficile aspettarsi un’ottimizzazione migliore di questa per uno smartphone Gingerbread (aggiornabile all’ultima versione Android, ovvero a Jelly Bean). Il reparto multimediale è abbastanza curato, con un buon lettore audio e un discreto client DLNA; molto interessante la possibilità di collegare il telefono al televisore con l’HDMI, che riproduce lo schermo sulla TV e mette l’OS in landscape.

Autonomia e Batteria

Sony Xperia P purtroppo non è dotato di una batteria removibile, pertanto in caso di guasto o semplice desiderio di cambiarla se usurata si dovrà provvedere necessariamente con l’assistenza. L’unità in dotazione di Xperia P è una da 1.305 mAh che, almeno di primo acchito, risultano sottodimensionate rispetto alla reale necessità di questo smartphone. Impressione confermata comunque dai test che dimostrano come, effettivamente, nonostante la luminosità regolata dal sensore, le “magie del bianco” del display ed un processore dual core non avido di risorse, difficilmente si riesce a coprire bene la giornata. Se fate un utilizzo medio del terminale, fatto di messaggistica istantanea (Whatsapp, Viber, Line), sporadica navigazione web (circa mezzora al giorno), qualche gioco e poco altro, sicuramente avrete qualche difficoltà ad arrivare a fine giornata.

Purtroppo, in questo campo, Sony Xperia P si affianca a terminali come Galaxy Note e Galaxy Nexus, noti proprio per la loro mancanza in termini di autonomia e tra i peggiori smartphone da questo punto di vista. Peccato, un’occasione mancata. Se andate in giro, caricatelo prima o tenete sempre a portata di mano un caricabatterie.

Prezzo

Il prezzo di questo smartphone, 399€, è leggermente troppo alto rispetto agli altri smartphone (anche Sony) in commercio, andando comunque a completare tutte le fasce di prezzo (da 200 a 500 euro).

Essendo uscito il 28 maggio 2012 non è più un nuovo modello, e fortunatamente si trovano delle offerte che si aggirano sui 199€, prezzo molto più interessante.

Giudizio Finale

Sony Xperia P è indubbiamente un ottimo smartphone, con l’aggiornamento ad ICS il sistema è migliorato notevolmente, ma con quello a JB lagga un po’ in alcune applicazioni, e nel menù, cose sopportabili (problemi diffusi nei nuovi software), ma che sicuramente verranno risolti con nuovi aggiornamenti in futuro.

Quindi se volete un ottimo smartphone Android, se vi piace l’interfaccia Sony, se vi piace la fotografia e tutto ad un prezzo accessibile, l’Xperia P fa al caso vostro.

Riepilogo voti

[list type=”arrow”]
[li]Confezione: 9[/li]
[li]Costruzione ed ergonomia: 9[/li]
[li]Hardware: 8[/li]
[li]Display: 8[/li]
[li]Software: 7[/li]
[li]Autonomia e Batteria: 7[/li]
[li]Prezzo: 7[/li]
[li]Giudizio Finale: 8.4[/li]
[/list]

Scatto del mese: Sola di ErmannoCazzola

A grande richiesta su LAB Informer arriva la rubrica “Scatto del mese”, nella quale lo staff di Canonisti.com selezionerà ogni mese una foto tra quelle inserite nel forum, scegliendo quella che avrà ricevuto maggiori visite.

Questo progetto nasce dall’idea di voler dimostrare che non occorre necessariamente essere dei professionisti per vedere una propria foto in prima pagina, basta avere fantasia e passione e partecipare assiduamente a Canonisti.com.

Sola di ErmannoCazzola

ErmannoCazzola ci racconta un po’ la storia delle sue foto:

Il set è abbastanza semplice.

1Dx + 85mm f/1,2
2 flash speedlight Canon 600RT comandati con comando wireless TTL Canon STe-3

i due flash sono montati su stativo (ognuno per conto proprio ovviamente) e ammorbiditi con l’uso di ombrelli argentati.
non ho scelto il bianco perchè mi avrebbe rovinato l’effetto “luce naturale” dato che il sole, si sa, provoca ombre decise.

un flash è messo a 4 mt di fronte alla modella…. ella guarda proprio verso il flash
il secondo flash è messo a dx leggermente indietro alla modella per riempire le ombre altrimenti troppo forti e decise.

Flash gestiti in TTL; di cui un flash (quello di riempimento) sottoesposto di 2 stop per non generare alcuna contrombra.

Fotocamera interamente in manuale con flash in modalità speedlight; questo si è reso necessario per poter sottoesporre lo sfondo senza rinunciare allo sfocato dato che gli iso, verso le 19 erano gia al minimo.

Fotocamera: Canon EOS-1D X + Canon EF 85mm f/1.2
Esposizione: 1/1250
Apertura: f/1.8
Lente: 85 mm
ISO: 50

[hr]

A nome di tutto lo Staff di LAB Informer ringrazio l’amministratore non che fondatore di Canonisti.com: Paolo Cervesato, per averci concesso in licenza questa rubrica fantastica.

Fonte: Scatto del mese: Sola di ErmannoCazzola

LiFi Technology, la nuova frontiera delle comunicazioni wireless

La nuova tecnologia Light Fidelity promette l’impossibile: 3Gb/s ovvero 150 volte più veloce delle attuali reti WiFi. Questa è magia? No, questa è scienza!

La Oledcomm, un Startup di Parigi, promette di trasmettere e ricevere dati utilizzando la luce. Come ben sappiamo la luce viaggia ad una velocità pari a 300.000 km/s in una situazione di vuoto spaziale, tradotto in termini di funzionamento pratico per le comunicazione wireless l’azienda ha dichiarato di aver raggiunto un record accademico di 3Gb/s, 150 volte più veloce dell’attuale WiFi 802.11/ac.

Come funziona?

La rete LiFi può funzionare anche con un semplice modem basico collegato ad un LED, è sufficiente che il modem effettui un’accensione del LED ad alta frequenza per trasmettere il bit 1 e uno spegnimento per trasmettere il bit 0. Questo LED essendo direzionato al ricevitore apposito trasforma il segnale in Musica, Video, dati e tutto ciò che vogliamo trasmettere.

Vantaggi

Tale tecnologia riporta numerosissimi vantaggi tra cui la totale assenza di radiazioni elettromagnetiche. Di conseguenza potrebbe essere utilizzata anche in quelle strutture dove non sono assolutamente consentite delle radiazioni, come ospedali, centri di ricerca e sviluppo, associazioni green e a favore dell’ambiente.

Un altro vantaggio già chiaro è la velocità di trasmissione locale effettiva di 3Gb/s, a livello teorico anche quella di internet potrebbe arrivare a queste velocità ma attualmente le infrastrutture, specie quelle italiane, non supportano questa enorme velocità.

Svantaggi

Un grandissimo svantaggio, che secondo me causera non poche polemiche e non poche delusioni, è il fatto che per ricevere i sagnali luminosi il LED deve essere direzionato al ricevitore in modo molto preciso quindi i nostri smartphone non potranno godere di internet. Essendo una radiazione luminosa quando è passata è passata, invece le radiazioni elettromagnetiche mantengono un’onda portante nel tempo.

Quando?

Non ci crederete ma la Oledcomm è sicura di poter commercializzare questa tecnologia per il 2014 ad un costo di 80 euro!

Conclusioni

Questa tecnologia Light Fidelity della Oledcomm è senza dubbio un grande traguardo a livello di sapere scientifico, ma sarà davvero utile all’interno delle nostre case o rimarrà prerogativa di pochi eletti e di determinate situazioni? Io ritengo che all’interno delle nostre case non ci sia nessun vantaggio ad adottare questo tipo di tecnologia se non il fatto che non crea danni alla salute. Nonostante ciò potrebbe essere un’ottima alternativa al cablaggio Ethernet all’interno di luoghi operativi dove è necessaria una grande velocità locale. Il LiFi ha le stesse potenzialità e al contempo limitazioni del cavo Ethernet in quanto anch’essa è vincolata ad una sola posizione.
Molto probabilmente farà la fine dell’aereo Concorde, rivoluzionario ma troppo costoso (nel nostro caso troppo limitato) e quindi riservato soltanto a determinate situazioni.

WWDC 2013 – OS X Mavericks

Il secondo articolo del WWDC 2013 lo dedichiamo ad OS X Mavericks che prenderà il posto del nostro amato Mountain Lion in Autunno. Questo sistema non è un totale stravolgimento come lo è stato iOS 7 ma è semplicemente un aggiornamento che aggiunge un sacco di novità.

La grafica è rimasta invariata se non per qualche ritocchino quindi passiamo subito alle caratteristiche di punta.

Applicazioni

È stata creata l’applicazione iBooks, se può essere utile per leggere libri dal nostro MacBook, diventa meno utile quando si ha un iMac, personalmente non conosco nessuno che legga libri stando seduto composto sulla sedia della scrivania.

Per quanto riguarda Maps vale lo stesso discorso: su un MacBook può avere senso ma di certo non su un iMac. A meno che non si voglia fare un itinerario complesso sulla nostra postazione fissa per poi trasferirlo sui nostri vari dispositivi.

Safari è stato rinnovato e migliorato, la grafica è invariata, vi è stata qualche aggiunta: ad esempio la barra laterale multi funzione e il rinfrescamento dei Top Sites. La cosa più importante sono le performance veramente migliorate di questo Browser, forse è davvero il momento di abbandonare Firefox o Chrome? Per me si.

Finder

Non potevo includere il Finder nel paragrafo delle applicazioni, Finder è più di un’applicazione, Finder è Mac, Mac è Finder, ed è a schermo intero!

Le Tabs e i Tags sono le novità che interessano il nostro Finder. La prima è sostanzialmente la possibilità di dividere una sola finestra in varie schede utilizzabili separatamente.
La seconda è la possibilità di marchiare i nostri file con dei veri e propri Post-It per organizzare e ritrovare meglio i nostri progetti e tutti i documenti che ne fanno parte. Ad esempio supponiamo di avere dei progetti di lavoro che però devono includere delle fotografie scattate in vacanza con la nostra famiglia, ora come ora copieremo le fotografie in due cartelle: in quella del progetto e in quella delle vacanze. Con i tag possiamo usare lo stesso file per più scopi diversi, evitando, tra le altre cose, sprechi inutili di spazio, molto importante su iCloud o su un MacBook poco capiente.

Funzioni che sono facoltative ma consigliate. Se usate nel modo giusto possono davvero semplificare molte operazioni di ricerca e di archiviazione.

Portachiavi, Notifiche e Display multipli

Il portachiavi adesso è condiviso tramite iCloud, una novità che sarebbe dovuta nascere dal momento in cui è nato lo stesso iCloud. Possiede una cifratura 256bit e può memorizzare le carte di credito in modo veloce e sicuro.

Le notifiche, grazie a delle nuove APIs, sono diventate interattive! Per rispondere ad un iMessage o ad una telefonata FaceTime possiamo farlo senza dover aprire l’applicazione in questione.

Display multipli completamente riorganizzati. In ogni caso si tratta di cose di poco conto, le applicazioni possono funzionare a schermo intero sui diversi monitor senza causare l’oscuramento degli altri, ogni schermo ha il proprio Mission Control ed è possibile utilizzare AirPlay per estendere la nostra scrivania (ad esempio tramite Apple TV).

Conclusioni

Sono più che soddisfatto da questo sistema operativo, di certo sono tutte funzioni che avrebbero dovuto esserci fin dall’inizio soprattutto quelle relative all’ultimo paragrafo. Nonostante ciò ho particolarmente apprezzato il fatto che Apple non voglia implementare uno stile minimale e bianco anche su un Mac; non è necessaria un transizione! Vogliamo direttamente J.A.R.V.I.S. senza intermediari scadenti!

WWDC 2013 – iOS 7

Tra le tante cose presentate devo dire che iOS 7 è quella più rivoluzionaria per questo sta sera parlerò solo di questo.

Grafica

Ovviamente la parte grafica è quella che è stata più stravolta dall’improvviso cambio di direzione di Apple. Si e appunto passati dall’era Forstall e il suo skeumorfismo per andarlo ad abbandonare nell’era Ive.

Essendo un grande cambio di direzione per Apple ci saranno tantissime persone insoddisfatte come altrettante molto soddisfatte, personalmente mi trovo un po’ in mezzo. Appena ho visto questa grafica ho subito pensato al video dei Google Glass dove Big G fa grande uso di una grafica molto minimalista, tuttavia su iOS 7 tale grafica è stata manipolata un bel po’ tanto da renderla molto diversa.

Come dicevo non mi colloco da nessuna parte per adesso, ci sono elementi molto carini come altri invece che proprio non mi piacciono ad esempio l’uso eccessivo del rosa su un iPhone, per di più, bianco lo rende davvero troppo femminile.

Se dovessi decidere adesso se aggiornare o meno sicuramente sceglierei la prima. Seppur non mi convinca più di tanto (come non mi convinceva all’epoca, Windows Phone 7) credo che sia tutta questione di abitudine.

Funzioni

Ovviamente oltre alla grafica non mancano le funzionalità arricchite su iOS 7 che però spiegherò meglio domani in un unico articolo riassuntivo di tutto l’evento.

Tra cui vi è iTunes Radio, tanto discussa e chiacchierata ma che sinceramente la trovo di dubbia utilità. In Italia non è presente una connessione 3G tale da consentire di ascoltare una Web Radio e magari controllare le E-mail, di conseguenza, quanto meno in Italia, questa cosa non avrà successo ma sarà semplicemente un’alternativa a Spotify.

Conclusioni

C’è da accettare che Apple non è più quella di una volta, se Steve Jobs era più cauto nel proporre cambiamenti radicali Tim Cook non lo è per niente. Lo skeumorfismo è estinto e ci stiamo avvicinando a dei sistemi operativi, non solo da parte di Apple ma anche di Google con Android sui suoi Nexus, sempre più collegabili a film del rango di Tron Legacy o di Iron Man. Come tutte le fasi transitorie questo passaggio intermedio, più che necessario per l’evoluzione tecnologica, non piacerà molto ai fan di vecchia data. Personalmente mi piacerebbe davvero vedere al prossimo WWDC 2014 un sistema operativo che mi faccia davvero pensare di avere per le mani J.A.R.V.I.S.

Sondaggio

[poll id=”4″]

#E3 2013 – Seguilo su LAB Informer

Come tutti sapete in questi giorni ci saranno diverse conferenze di diverse imprese del mondo videoludico che partecipano all’E3 2013. Noi di LAB Informer non vogliamo fornirvi un’alternativa ai Live presenti in rete ma bensì un appuntamento post-conferenza e post-evento con tutti i pareri dei nostri autori più esperti e appassionati dell’argomento.

Vi presento Nick Il Giusto e Alek, che ci guideranno alla scopera di questo evento. Gli articoli sui vari Show verranno pubblicati il giorno a seguire.

Date dell’evento

[list type=”arrow”]
[li]Microsoft – lunedì 10 giugno – 18:30 ora italiana (09:30 ora locale)[/li]
[li]Electronic Arts -lunedì 10 giugno – 22:00 ora italiana (13:00 ora locale)[/li]
[li]Ubisoft – lunedì 10 giugno – 00:00 ora italiana (15:00 ora locale)[/li]
[li]Sony – martedì 11 giugno 03:00 ora italiana (lunedì 10 giugno 18:00 ora locale)[/li]
[li]Nintendo Direct – martedì 11 giugno – 16:00 ora italiana (07:00 ora locale)[/li]
[li]Square Enix – 11 giugno – 18:00 ora italiana (12:00 ora locale)[/li]
[/list]

Seguite tutti i nostri pareri su LAB Informer nei prossimi giorni!

WeGO: Pioneer entra ufficialmente nel mercato consumer

Con l’avvento della Pioneer DDJ WeGO, l’azienda è entrata ufficialmente a dominare anche il mercato dove fino a due anni Hercules ne era padrona. Sto parlando del mercato consumer, ovvero quello di fascia medio bassa e con prezzi alla portata.

Hercules nella seconda metà del 2012 si è vista decisamente in difficoltà, e le sue vendite sono calate moltissimo, soprattutto per la fascia più alta di controller che produceva. Perché comprare una Hercules in effetti Pioneer agli orecchi degli intenditori suona come sinonimo di qualità e di professionalità, per non parlare di questo suo gioiello.

La WeGO ha tutto quello che si può desiderare per fare delle ottime festicciole con gli amici. Mix fino a quattro deck alternati, FX Pulse, Jog FX, LED, design pulito e possibilità di utilizzare VirtualDJ LE, Traktor e Serato DJ Intro. Pur mantenendo la comodità delle console non professionali come l’alimentazione tramite cavo USB, il peso e il prezzo molto basso.

Pioneer ha fatto veramente bene ad esondare in questo mercato con la ERGO-V, la ERGO-K e poi la WeGO. Hercules non regge in nessun modo il confronto con Pioneer, specialmente con la WeGO.

Pregi

Prezzo davvero basso. Appena € 280 – € 300.
Design accattivante.
Funzionale con un tocco di professionalità.

Difetti

Purtroppo anche la nostra miglior Console Consumer ha dei difetti che non vanno sottovalutati. Seppur incarna tutta l’esperienza professionale di chi l’ha creata e anche se è possibile usarla con Traktor, il mapper fornito da Pioneer è molto scarno. Infatti secondo me è l’unico difetto che possiede.

Conclusioni

Se volte un controller ultra-compatto con funzioni sfiziose da usare con VirtualDJ allora la WeGO deve essere per forza vostra! Se invece siete affascinati dalla qualità di Traktor purtroppo non potrete godere al meglio di questo software a meno che non siate in grado di andare a personalizzare il mapper, in tal caso voto di nuovo la WeGO.

[hr]

Google Play Games: il Games Center di Android

Questa settimana In attesa di Google I/O, all’annuale appuntamento con la conferenza degli sviluppatori al via il 15 maggio a San Francisco, la società di Mountain View presenterà probabilmente la sua alternativa alla sala giochi di Apple: una piattaforma che consentirà di attivare tutta una serie di opzioni (inviti, sessioni multiplayer, chat, sincronizzazione dei salvataggi) sfruttando il cloud e l’integrazione con Google+.

Ma il lancio potrebbe non avvenire prima di qualche settimana.

Quello legato ai videogiochi è il business più redditizio per gli sviluppatori impegnati in ambito mobile. Ogni 10 applicazioni scaricate, otto sono giochi. Se si considerano le 10 applicazioni più redditizie, ben nove fanno parte del mondo ludico. Non sorprende dunque il fatto che bigG stia per introdurre un’importante novità dedicata ai gamer su Android e se due indizi fanno una prova, Google ha più di un motivo per credere che sia arrivato il momento di incrementare questo settore.

È stato scoperto un nuovo “scrigno” digitale nascosto fra i meandri di Play che ha tutta l’aria di presentarsi come la prima vera alternativa Android al Games Center di Apple.

Questa scoperta è stata realizzata dai membri di AndroidPolice.

Si chiamerà Google Play Games e, secondo le indiscrezioni, permetterà di utilizzare tutta una serie di azioni mirate all’ottimizzazione e alla condivisione dell’esperienza di gioco: effettuare inviti ad altri giocatori, aprire sessioni in multiplayer, avviare chat durante il gioco, sbloccare gli obiettivi, sincronizzare i salvataggi sul cloud, una delle novità più attese e desiderate in modo da sincronizzarli su tutti gli smartphone e i tablet posseduti, molti conoscono infatti lo sconforto di dover ricominciare dall’inizio un’avventura dopo aver disinstallato l’app. Proprio come avviene da tempo sulle consolle per il grande schermo.

La piattaforma potrà contare sull’immancabile integrazione con Google+. Dal social network partiranno infatti tutte le notifiche e le azioni che riguardano l’attività di interazione con gli altri utenti, dalla gestione del profilo utente alle classifiche condivise fino alle risorse di messaggistica istantanea.

YouTube a pagamento, una realtà che non sembra così lontana

Il Financial Times ha riportato una voce di corridoio annunciando l’arrivo di circa 50 canali YouTube a pagamento. Da parte di Google non c’è stata ancora nessuna conferma, ma invece vi è stata una smentita.

Nonostante ciò è uno degli argomenti più discussi sul web principalmente per due motivi: Lo sbalorditivo basso costo mensile di questi canali e il cambio di filosofia per YouTube.

Canali a pagamento imminenti

Una fonte anonima ha dichiarato l’arrivo di circa 50 canali pay-per-view ad un costo, pensate un po’, di soltanto 2 euro al mese! Inoltre sembra che sia possibile iscriversi anche ad un solo canale o addirittura ad un solo programma.
Questa strategia di YouTube sembra essere volta come risposta ai crescenti servizi di broadcasting online come hulu e Netflix.

Quel che è certo è che YouTube sta mutando completamente la sua filosofia. Ora come ora non si sa se questo evento cambierà YouTube dalle fondamenta però non si può restare indifferenti quando un’azienda passa dal gratuito al pagamento.

Vantaggi e svantaggi

2 euro al mese? Davvero favoloso ma come tutte le cose ci sono delle fregature. Molto probabilmente una volta sottoscritto un abbonamento ad un canale saremo vincolati per almeno 6 mesi. Anche essendo vincolati 2 euro sono sempre 2 euro e attualmente in Italia non vi è un degno avversario.

In Italia non vi è un avversario ma vi è un grande ostacolo. Sto parlando della poca diffusione delle ADSL veloci (almeno 8 Mb/s costanti sono necessari per una visione in FullHD senza rallentamenti o blocchi), quelle che ci sono, invece, sono obsolete.

Gli ultimi dati di SOS Tariffe che risalgono proprio a oggi, 9 Maggio 2013, relativi al quarto trimestre 2012 portano alla luce verità sconcertanti. Sembra proprio che l’Italia nella classifica EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) sia terzultima in fattore di telecomunicazioni. Inoltre l’ADSL Italiana ha una media di circa 4 Mb/s e in Mobile si parla da 1,7 a 3,2.

Questo che cosa comporta? Comporta un grande svantaggio per gli Italiani di usufruire di una televisione online, ma i magnati televisivi del Bel Paese lo sapevano, per questo Sky e Mediaset hanno tariffe molto simili così da spartirsi il mercato in modo tale da crearsi un piccolo monopolio.

YouTube a pagamento? Se qualcuno me ne avesse parlato qualche anno fa avrei subito pensato alla rovina di Internet che già è controllato a dovere figuriamoci se non posso nemmeno ascoltare la canzone appena uscita. Invece ora direi che se Google saprà resistere ai propri regimi (più che evidenti) di innovazione e a non cedere alle pressioni internazionali la pay-per-view online potrebbe essere l’investimento del decennio.
[hr]
Riferimenti: Rapporto sullo Stato di Internet: 4 Mbps la velocità media in Italia