Chromecast, la TV in chiave Google

Google durante l’evento dedicato al Nexus 7 II e Android 4.3 ha introdotto un nuovo prodotto sul mercato, il Chromecast.

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Che cosa è?

Questo oggetto è in formato molto ridotto, simile ad una chivetta, va inserita in una delle porte USB o nell’ingresso HDMI del televisore di casa e permette di ricevere in streaming contenuti presenti nel proprio smartphone. Inutile dire che esso si basa su una versione modificata di Android.

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Come funziona?

Beh, in realtà non riceve in streaming i contenuti del proprio telefono ma piuttosto li prende dal cloud e usa gli smartphone come dei telecomandi, infatti se facciamo partire un video di YouTube diamo solamente l’imput di riprodurlo perchè in realtà è il Chromecast che scarica il contenuto facendo si di consumare una percentuale molto ridotta di batteria. Come si deduce dal nome questo dispositivo sarà in grado di trasformare la vostra normale TV in una, più recente, SmartTV permettendo di navigare in internet tramite Chrome.

Compatibilità

Molti di voi si saranno già accorti che questo piccolo dispositivo è pensato per offrire un servizio simile alla Apple TV anche per i terminali Android e PC Windows/Linux, si perchè l’alternativa di casa Cupertino ha una compatibilità molto ridotta e si limita a riconoscere i propri dispositivi. Ecco il punto forte di questo Chromecast, supporta praticamente ogni dispositivo, escludendo, purtroppo i Windows Phone.

Quando?

Il Chromecast è già ordinabile dal sito dedicato.

Costo?

Io spesso mi lamento del costo esagerato dei prodotti in ambito tecnologico e stranamente sono rimasto piacevolmente sorpreso quando ho visto il prezzo, $ 35,00 (che saranno convertiti in Euro in scala 1:1) che per un dispositivo del genere sono veramente pochi.

Conclusioni

Sono molto “orgoglioso” di quello che sta facendo Google, noto con piacere che i loro prodotti hanno un prezzo molto contenuto, 229 Euro per un tablet, 359 Euro per un ottimo Smartphone e 35 Euro per un… Chromecast. Eccezionale. Avendo una grande community alle spalle ed un prezzo molto contenuto consiglio l’acquisto, è un perfetto regalo di Natale.

Nexus 7 II, il successore del fortunato tablet

[dropcap]G[/dropcap]oogle in concomitanza con Android 4.3 il 24 Luglio 2013, ha presentato la seconda generazione del famosissimo e fortunatissimo Google Nexus 7 prodotto dalla Asus.

Caratteristiche

Questo tablet da 7″ è dotato di caratteristiche di primo livello, molte di esse riprese dal Nexus 4. Tra le quali troviamo il processore Snapdragon S4 Pro clokkato a 1.5 GHz, 2 GB di RAM, Bluetooth 4.0 e tutte le connessioni del caso (NFC, LTE ecc.). Dal mio punto di vista le caratteristiche più rilevanti sono lo schermo FullHD (1920×1200) da 7″ in 16:9 e il peso ancora più ridotto (50 g in meno). La batteria garantisce 10 ore di navigazione web.

Software

In questo tablet prodotto da Asus troviamo Android 4.3 stock, c’è poco da dire essendo uguale a tutti i Nexus, una funzione carina è la virtualizzazione dell’audio surround 5.1.

Disponibilità e prezzi

Purtroppo, come in ogni altro settore, noi siamo trattati come il terzo mondo, mentre nel resto d’Europa sarà in vendità dal 30 Luglio noi dovremmo aspettare Settembre. Come prezzo resta sempre il top, si va dai $ 229 per la versione Wi-Fi da 16 GB ai $ 349 per la versione 32 GB con LTE passando per la versione Wi-Fi da 32 Gb a $ 269 offrendo un hardware non di primissimo livello ma sicuramente ottimo. Consigliato (il futuro) acquisto? Assolutamente si.

Android 4.3, quali sono le novità?

Il 24 Luglio 2013 Google presenta la nuova versione di Android e il successore del fortunatissimo tablet da 7 pollici, il Nexus 7 II.

Android 4.3, più che una nuova versione, è un aggiornamento, uno di quelli che cercano di ottimizzare già il buon lavoro fatto in precedenza, insomma un perfezionamento.

Restricted Profile

Con la realise 4.2 è stato introdotto il multi-utente per i tablet, con Android 4.3 questa funzione è stata maggiormente ampliata e ora l’amministratore può scegliere quali contenuti far visualizzare dai vari utenti.

Bluetooth Smart

Questa funzione permetterà di connettere due dispositivi Android con un consumo di batteria molto ridotto, molto utile per connettere sensori per il fitness, un cardiometro e magari in futuro uno SmartWatch di casa Google.

OpenGL 3.0

Grazie all’aggiunta di questa nuova libreria la grafica dei futuri giochi sarà molto più accurata e simile alle console grazie al Texture Compression.

Accesso alle notifiche

Ora le applicazioni di terze parti potranno avere un controllo più completo alle notifiche di sistema.

Altre funzioni

Tra le novità già trapelate con la versione leak di Android 4.3 (SGS 4) troviamo il dialer con la ricerca dei contatti tramite il T9, interfaccia della fotocamera leggermente modificata e il WiFi always on.

Quando?

Android 4.3 sarà già preinstallato nel nuovo Nexus 7 II, i Nexus (Galaxy, 4, 7, 10) stanno già ricevendo l’aggiornamento OTA mentre i possessori dei Google Edition (Samsung Galaxy S4 e HTC One) dovranno aspettare leggermente di più ma riceveranno l’aggiornamento a breve. Tutti gli altri utenti Android dipendono dalle case produttrici del loro terminale, è inutile ora polemizzare sulla frammentazione ma moltissimi utenti non vedranno mai la versione 4.3 (senza contare le custom ROM).

Conclusioni

Sono molto curioso di provare questa nuova versione, spero che i miglioramenti ci siano sotto il cofano, e che il comparto fotografico sia più sviluppato al contrario di tutte le realise precedenti.

Recensione Bamboo Stylus: penna per schermi capacitivi

Oggi sono qui per recensire una penna per schermi capacitivi prodotta dalla Wacom, azienda molto rinomata in dispositivi per l’editing di immagini.

Struttura

La penna è costruita molto bene, la parte superiore e quella inferiore sono in alluminio mentre la parte dove noi impugneremo la penna sarà leggermente gommata, molto gradevole.
La penna in se è leggermente più piccola di una tradizionale però il diametro è praticamente identico facendo si che l’utente si trovi a proprio agio sin da subito.

VOTO: 9.5

Punta

Come ogni penna capacitiva sulla parte inferiore troviamo “il gommino” che simulerà il tocco del dito, essa permette una buona scorrevolezza sullo schermo, logicamente un po’ di attrito c’è e serve per conferire alla penna maggiore precisione. Da sottolineare che non c’è alcun pericolo di graffiare o in qualche modo rovinare il vostro dispositivo.

VOTO: 9

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Bamboo Paper

La Wacom ha sviluppato anche un’ottima app per disegnare, prendere appunti, fare degli schizzi con il vostro iDevice o qualsiasi terminale Android supportato.

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L’app e la penna si comportano veramente molto bene se usate insieme, devo dire che il software è ben fatto, senza troppi fronzoli, ci sono diversi pennelli (penna Biro, Evidenziatore) e si possono anche modificare la grandezza e il colore offrendoci di ampia scelta, i colori se sovrapposti si comportano come nella realtà, unendosi e formando una nuova tonalità. Tutto molto intuitivo e a portata di mano.

La versione Android è molto diversa e organizzata in stile “Blocco note”, purtroppo meno reattiva della controparte iOS (testato su un Galaxy S3), non so se sia per via dello schermo, ovvero della minore ottimizzazione da parte di Samsung con lo stesso, o per via di Bamboo nella sua App; fatto stà che sull’iPad risulta molto più fluido e naturale. Sempre parlando si naturalezza c’è da dire anche che lo spessore del tratto varia a seconda della velocità in modo da simulare la carta, questa funzione è stata una caratteristica da me molto apprezzata della serie Note con la sua S Pen. Ah, Bamboo Paper è gratis e funzionante con qualsiasi penna o anche con le dita. Punteggio finale leggermente penalizzato per la mancanza di una funzione che permetta di rendere una parte dello schermo “insensibile” in modo da poter appoggiare la mano.

VOTO: 8.4

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CONCLUSIONI

Il mercato offre molte penne capacitive da considerare: come AluPen della Just Mobile (anche se più pesante e meno ergonomica), la Bamboo Stylus si trova attorno ai 20 – 25 Euro, io l’ho pagata 22 Euro in un negozio. Non sono affatto pentito del mio acquisto, mi permette di usare l’iPad in maniera molto comoda e soprattutto lasciandolo al di fuori del famosissimo problema “delle ditate” che affligge praticamente tutti i possessori. Considerando anche un supporto dal lato software l’acquisto è consigliato.

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Lumia 1020, il nuovo camera-phone targato Nokia

Nokia punta per la seconda volta su uno smartphone con una peculiarità: un comprato fotografico molto sopra la media.

Alla guida di questo Lumia troviamo Windows Phone 8, sistema operativo adottato dalla Nokia dal 2011.
In linea di massima il comparto hardware è il linea con gli ultimi top di gamma Lumia, è dotato di un processore Snapdragon S4 dual-core con una frequenza di 1.5 Ghz, uno spazio di archiviazione pari a 32 GB, schermo SuperAMOLED da 4.5” Clear Black con risoluzione 1280 x 768 pixel, 2 GB di memoria RAM e vetro Gorilla Glass 3. È dotato di tutte le connessioni possibili ed offre anche la possibilità di allacciarsi alle ultime reti LTE. La batteria integrata è da 2000mAh, il peso è pari a 158 grammi.

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Fotocamera

La peculiarità di questo smartphone è sicuramente l’immensa fotocamera di 41 Megapixel PureView con ottica Carl Zeiss a 6 lenti, offre due flash, uno allo Xenon e uno LED. La fotocamera frontale, invece, è nella media con una risoluzione di 1.2 Megapixel.
È presente anche uno stabilizzatore ottico, molto importante durante la registrazione di filmati.
La domanda sorge spontanea, perchè addirittura 41 Megapixel? La risposta è stata data dalla stessa Nokia, in soldoni dice che hanno adottato una risoluzione simile per perdere meno dettagli possibili quando si fa lo zoom in un’ immagine. Ma come è gestita la fotocamera a livello software? Sarà poco sviluppato come nel precedente cameraphone (Nokia PureView 808)? La risposta è no, grazie alla fusione tra Windows Phone ed una sempre maggiore conoscenza in merito da parte di Nokia possiamo usufruire di “Nokia Pro Camera” che permette di catturare ottime immagini anche ad un utente poco esperto, incluso in questo software troviamo anche molte funzioni, una tra tutte, i filtri in tempo reale. Come abbiamo avuto modo di capire negli ultimi anni più alta è la risoluzione più spazio occupa, già per molti una 8 MPX è molto assetata di spazio (me compreso), figuariamoci con una 41 MPX, niente paura, Nokia ha introdotto il Dual Capture mode che permette di scattare foto a 5 MPX adatte alla condivisione sui vari Social Network. Anche nei video si è data da fare, permettendoci di registrare buoni video anche con una scarsa luminosità e introduce il Rich Recording, che permettere di registrare l’audio in stereo con livelli di pressione 6 volte superiori alla media.

Conclusioni

Nokia ha intrapreso un altro modo di concepire un CameraPhone, non è il telefono che deve entrare nella compatta ma è la compatta che deve starci nel telefono. Nutro molte speranze per questo smartphone sperando in un costo concorrenziale. L’unica cosa che mi lascia perplesso è lo schermo. Gli ultimi top di gamma hanno raggiunto risoluzioni impressionanti mentre qui si adotta ancora una risoluzione del 2010, non riesco proprio a capirlo. Secondo punto: l’AMOLED. Perchè usare un AMOLED che falsifica tutti i colori e li satura? Ok, su Windows Phone c’è un’alta presenza di nero però doveva (secondo me) essere usato un pannello LCD IPS. Questi due dettagli faranno storcere molto il naso, soprattutto agli esperti del settore. Consigliato l’acquisto? No.

Galaxy S4 Active: Adatto agli utenti che amano stare all’aria aperta

Adatto agli utenti che amano stare all’aria aperta

Ecco come definisce JK Shin il nuovo arrivato della numerosa famiglia Galaxy di Samsung che condivide numerose caratteristiche col suo fratello maggiore Galaxy S4, ne siamo proprio sicuri?

Hardware

Anch’esso ha un display da 5′ Full HD LCD (a differenza del Super AMOLED usato nell’S4) con una densità di pixel pari a 443 ppi, processore Snapdragon 600 clokkato a 1.9 Ghz con GPU Adreno 320, fotocamera da 8 MP, 16 GB di memoria interna e 2 GB di RAM, batteria da 2600 mAh. È fornito di NFC, LTE, GPS, porta ad infrarossi, insomma tutti le connessioni di cui potremmo aver bisogno. Notevole, caratteristiche di primissimo livello.

Software

A bordo si trova Android 4.2.2, l’ultima versione del robottino, condivide anche questa volta la TouchWiz e tutte le varie funzionalità introdotte da Samsung con l’S4 come SmartScroll, AirView, AirGestures, GroupPlay, S Translator, S Health ecc..

Un punto nel quale (finalmente) differisce dall’S4 è la fotocamera, non è presente il sensore da 13 megapixel bensì da 8 con una funzione in più: Aqua Mode. Esso ci permetterà di scattare discrete foto sott’acqua.

Perchè “Active”?

Questo smartphone è la versione più resistente dell’S4, l’unica differenza sta nel case impermeabile e resistente alla polvere (cetificazione IP67). Ecco il perchè della domanda a inizio articolo: siamo sicuri che sia una versione inferiore all’S4? Condivide tutte le caratteristiche del suo fratello “maggiore” se non la fotocamera che resta comunque ottima e ne aggiunge due che dal mio punto di vista sono importantissime. Stranamente mi viene da considerarlo una versione superiore al FlagShip della casa coreana, che senso ha?

Appello

Per Samsung la serie Galaxy S è sempre stata la sua porta bandiera che doveva rimanere tale fino all’anno successivo e ora propone un telefono addirittura superiore, cosa dovrebbero pensare i possessori dell’S4 che hanno sborsato fior fior di quattrini per il teorico top di gamma che ora a distanza di pochi mesi viene quasi “rimpiazzato”? Brutta mossa, non per il prodotto in sé che è anche valido ma per il poco rispetto nei confronti dei suoi clienti.

Conclusioni

Ritengo il Samsung Galaxy S4 Active un prodotto molto valido, sicuramente consigliato l’acquisto, in Italia sarà disponibile quest’estate, purtroppo la Samsung non ha dichiarato niente in merito. Se siete amanti di sport estremi o semplicemente non volete aver troppa cura del vostro telefono esso fa per voi! Fateci sapere cosa ne pensate a riguardo nei commenti!

Da Apple Pie fino a Jellybean

Sono passati più di 4 anni dall’introduzione di Android da parte di Google nel mondo dei sistemi operativi mobile, e ora come ora possiamo dire che è stato un successo, una mossa vincente da parte dell’azienda di Mountain View.

Questo sistema operativo ha fatto molta strada grazie alla sua flessibilità ed alla capacità di adattarsi ad ogni smartphone, ma all’inizio era pensato per le fotocamere compatte! Si avete capito bene, se i piani non fossero cambiati (per fortuna) avremmo probabilmente tra le mani delle fotocamere con sopra Android. A dire il vero oggi esistono già alcune compatte con questa peculiarità ma è un altro discorso.

Una delle caratteristiche di Android è sicuramente la nomenclatura data da Google ad ogni release. Come ben sappiamo oggi si usano nomi dolci, a partire da “Cupcake” fino ad arrivare alle odierne caramelle gommose (JellyBean).
Una domanda viene spontanea, che fine hanno fatto le due lettere A e B? La versione italiana della più celebre enciclopedia del web per Android 1.0 ed 1.1 indica rispettivamente Apple Pie e Bender. Quest’ultimo è stato sostituito con Banana Bread per completare la cerchia dei dolci ma forse è stato un semplice frutto dell’immaginazione di qualcuno poiché gli altri nomi hanno un reale riscontro.
Per fare chiarezza su questa situazione hanno voluto dire la loro gli ingegneri di Google: Jean-Baptiste Queru, Dianne Hackborn e Romain Guy, nessuno più di loro può essere attendibile. Inizialmente le release interne di Android venivano contrassegnate come milestone e progredivano tramite un numero di serie: m3-rc20a e m5-rc15. Purtroppo questa nomenclatura ha portato alcuni problemi nelle comunicazioni via email tra gli sviluppatori poiché veniva solamente indicato il codice numerico senza riferimento alla versione della milestone, perciò si decise di rinominare con una nome proprio ogni release a partire dalla terza, cioè Cupcake.
Non sono mai stai ufficializzati i nomi delle prime due versioni per cui ci sono diverse ipotesi su Internet ma la più plausibile sarebbe Apple Pie e Banana Bread (nome delle due milestone di Android 1.5).
Oggi siamo arrivati alla “J” passando per:

C – Cupcake
D – Donut
E – Èclair
F – Froyo
G – Gingerbread
H – Honeycomb (esclusivamente per tablet)
I – Ice Cream Sandwitch
J – Jelly Bean

Storia

Nel 2003 Andy Rubin fondò una piccola società dal nome Android Inc. che nell’estate del 2005 venne acquisita da Google, quest’ultima aveva intenzione di entrare nel mercato della telefonia mobile. Il sistema operativo venne presentato ufficialmente il 5 Novembre del 2007 e il primo smartphone equipaggiato del robottino verde fu l’HTC Dream.

Traguardi

Android cresce, sempre di più, oggi si contano circa 1.5 milioni di attivazioni al giorno, e fino ad ora questo numero è solo aumentato senza mai far vedere segni di cedimento. Ad oggi circa il 65% del mercato mobile appartiene al robottino verde.

Il Market Android (Play Store) nel corso del 2012 ha raggiunto i 25 Miliardi di download, cifra esorbitante, ma non è finita qua, nello store sono presenti 750.000 mila applicazioni. Sono cifre record e gli store di casa Apple sono il suo diretto avversario.