Questa volta non si parla di un confronto fra ieri ed oggi ma di una moto che era un vero gioiello e che all’epoca non fu capita; in questo articolo spenderò poche righe per la Gilera Nordwest nelle due cilindrate 350 e 600.
La Nordwest era nata in un epoca in cui le stradali erano il top e i modelli replica Dakar facevano furore, in questo contesto la moto nasceva svantaggiata dato che non era né una stradale, né una dakariana.
A dire il vero la Nordwest si potrebbe definire la prima Supermotard vera anche se con un vestito molto soft, proprio per questo la moto rimase incompresa perché non si poteva collocare in un segmento ben preciso, l’impostazione tipicamente enduro unita a ruote e sospensioni espressamente stradali crearono non poca confusione su come definire la moto ed all’epoca si optò per un termine piuttosto battagliero ovvero “Bruciasemafori” usato già per alcune moto Yamaha; la TDR 125/250 e la V-Max 1200.
Qualcuno che si ricorda la TDR potrebbe obiettare che quella moto potrebbe essere la prima supermotard ma non è così, ad essa manca una componente importante per esser definita tale e cioé le ruote e le sospensioni da moto stradali cosa che la Gilera aveva dato alla sua creatura.
Tecnicamente la Nordwest non aveva nulla da invidiare a nessuno, la versione 600 mutuava il motore ultracollaudato della RC 600 che aveva vinto la Dakar nella categoria silhouette che prevedeva solo modifiche minime per poter affrontare il deserto, le prestazioni erano al vertice e stupì perché altre moto di cubatura superiore faticavano a tenere il suo passo.
La Gilera per completare l’opera diede alla moto cerchi e pneumatici tipicamente stradali che le conferivano su strada una guidabilità fino ad allora sconosciuta per le moto di quella impostazione, il progetto come era tipico di quegli anni venne sviluppato per coprire più segmenti e vennero messe sul mercato le 600 e 350 battezzate per l’appunto Nordwest, la versione 125 venne chiamata Freestyle e la 50 Apache.
Come ho scritto in apertura la moto uscita nel 91 non venne compresa e questo non le diede il successo che in Gilera speravano anche se la moto rimase in produzione fino alla chiusura degli stabilimenti di Arcore, nonostante ciò il mezzo grazie alle sue prestazioni ed alla linee all’avanguardia per l’epoca oggi è molto ricercata e rimane una moto validissima e molto gustosa.
La vera difficoltà rimane trovarne un esemplare non modificato ed in buone condizioni, tuttavia cercarne una potrebbe valerne la pena e l’estetica risulta molto gradevole anche a distanza di anni.
Certo la signora mostra di avere una certa età ma non dimostra certo tutti i suoi anni anche se non é certo snella come le motard moderne direi che fa la sua bella figura, quindi a distanza di anni la moto rimane attuale e molto piacevole da vedere.
Con queste righe vi saluto rimandandovi alla prossima pillola.