Amarcord, pillole motociclistiche – Yamaha V-Max

Ecco a voi la V-Max, 1700cc e 200Cv di potenza in una parola “esagerata” …dimenticatevela!

Questa è la vera V-Max

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In un epoca in cui il concetto di cruiser era sconosciuto e una simile moto era definita custom la V-Max stravolse il concetto stesso semplicemente esistendo!

La moto per la prima volta unì due concetti differenti anticipando almeno di un paio di decadi la Ducati Diavel e  la Harley-Davidson V-Rod, la filosofia delle custom e quella delle sportive ottenendo un ibrido dalla fortissima personalità e da prestazioni di tutto rispetto al punto che per essa venne utilizzata un espressione appioppata a diverse moto che tra loro avevano in comune due semplici cose: prestazioni al top e appartenenza ad un segmento che non fosse quello delle stradali, il segmento delle bruciasemafori.

La moto naque per il mercato americano ma il suo successo é stato tale da sconvolgere anche la vecchia Europa, le due versioni differivano essenzialmente in una cosa sola; la potenza del motore che qui in Europa mi pare si aggirasse intorno ai 90/100Cv mentre la versione americana era esagerata con i suoi 150Cv circa ( vi ricordo che stiamo parlando della metà degli anni ’80 ) e la cosa spiazzò parecchia gente.

Personalmente non ho un ricordo chiaro di quello che scriveva la stampa ma ricordo chiaramente il giorno che ne vidi una dal vivo, era in un parcheggio sorniona e brillante in mezzo alle altre risaltando anche grazie al proprietario piuttosto pittoresco ma torniamo alla moto.

In Italia la potenza del motore non attirava grande attenzione ma il suono era tutta altra questione, tutte le moto di quel tipo avevano il borbottio tipico del bicilindrico mentre la V-Max col suo quattro cilindri a V era tutta un altra questione.

A mio parere personale la V-Max ha di fatto aperto la via del filone che io definisco “Apri. stacca e prega…di fare la curva” perché una moto con una simile impostazione e un motore così esagerato non è esattamente il miglior mezzo per effettuare pieghe anche se spero che prima o poi mi si presenti l’occasione di provare una simile bestia.

Per i dettagli tecnici…lascio che vi divertiate a cercare in rete, in fondo anche ciò fa parte dell’emozione della scoperta di queste vecchie glorie.

Con questo vi rimando alla prossima pillola.

Silvio Pavan

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Figlio degli anni '70, cresciuto negli '80 e svalvolato nei '90 vivo i '00 con sogni e speranze come molti. Come molti precario e come passatempo ho deciso di scrivere articoli. Nutro molti interessi ma evito di focalizzarmi su uno solo di essi per non divenire cieco agli altri. Tendo a rimanere nella mente delle persone, sia in negativo che in positivo...diciamo che sono una persona che se la incontri non la dimentichi, che sia fortuna o sfortuna saranno i posteri a dirlo!