Amarcord, pillole motociclistiche – ZXR750/ZX10r


Silvio Pavan

Figlio degli anni '70, cresciuto negli '80 e svalvolato nei '90 vivo i '00 con sogni e speranze come molti. Come molti precario e come passatempo ho deciso di scrivere articoli. Nutro molti interessi ma evito di focalizzarmi su uno solo di essi per non divenire cieco agli altri. Tendo a rimanere nella mente delle persone, sia in negativo che in positivo...diciamo che sono una persona che se la incontri non la dimentichi, che sia fortuna o sfortuna saranno i posteri a dirlo!

In questa puntata parliamo di due moto di cilindrata sensibilmente differente ma ideologicamente una discendente dell’altra in quanto entrambe concepite appositamente per scendere nel campionato SBK.

Come da titolo parliamo di due moto di  casa Kawasaki, una casa praticamente emblema delle corse pur con una bacheca di vittorie nettamente inferiore alle sue sorelle giapponesi, prima le considerazioni sulla progenitrice la ZXR750;

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In questa foto la versione a mio parere meglio riuscita, la biposto del ’92, la moto era imponente e lunga con i caratteristici tubi delle prese d’aria che dal cupolino passando attraverso il serbatoio portavano l’aria al motore.

Il risultato era veramente bello che unito al cupolino basso e dal profilo aggressivo le conferiva una cattiveria statica ed un fascino che a distanza di anni è rimasto invariato, inoltre le varie livree accentuavano il carattere sportivo rendendola una moto spettacolare.

La linea filante la rendeva molto leggera alla vista, merito anche delle azzeccate livree che riuscivano a mascherare l’imponenza del mezzo ma una volta in sella la mole presentava il conto.

Nonostante questo difetto la moto si è guadagnata meritatamente un posto nel cuore degli appassionati grazie alla sua immagine cattiva e alle linee accattivanti.

Ora veniamo alla sua diretta discendente, la ZX10r;

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La linea già dal colpo d’occhio lascia perplessi con il classico sbilanciamento delle linee che oggi va tanto di moda, con la parte anteriore decisamente più massiccia della posteriore.

La linea in sé risulta armoniosa ma l’impatto estetico è veramente orripilante specie con quella presa d’aria proprio nel centro, la linea dice una sola cosa “pista” e specchietti, portatarga e lo scarico fanno chiaramente capire di esser lì per necessità differenti da quelle per cui la moto è stata progettata.

Ciò non fa altro che appesentire ulteriormente l’impatto visivo abbruttendo la moto e privandola di fascino, fortunatamente il mezzo è da titolo mondiale e questo per il mercato a cui è destinata è un fattore che conta molto, peccato però che nel suo caso sembra che i designer si siano sforzati di trovare la peggiore estetica possibile.

Probabilmente ciò è dovuto perché si è data la priorità alle prestazioni a scapito della bellezza e ciò  priva il mezzo del fascino necessario affinché venga ricordata con affetto…anche in questo caso la nonna in statica batte la nipote, un’occasione persa per i progettisti per creare un mezzo che venga apprezzato per motivi differenti dal titolo mondiale vinto nel 2013.

Un vero peccato…

Con questo vi saluto e vi rimando alla prossima pillola.

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Pillole Motociclistiche


Silvio Pavan

Figlio degli anni '70, cresciuto negli '80 e svalvolato nei '90 vivo i '00 con sogni e speranze come molti. Come molti precario e come passatempo ho deciso di scrivere articoli. Nutro molti interessi ma evito di focalizzarmi su uno solo di essi per non divenire cieco agli altri. Tendo a rimanere nella mente delle persone, sia in negativo che in positivo...diciamo che sono una persona che se la incontri non la dimentichi, che sia fortuna o sfortuna saranno i posteri a dirlo!