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Berlusconi assolto e la saggezza di questo Paese

Nel senso della misura connaturato profondamente nel nostro Paese le motivazioni che hanno portato all’assoluzione di Silvio Berlusconi al processo Ruby. Venerdì 18 luglio 2014 Silvio Berlusconi è stato assolto con formula piena durante il processo di appello che da mesi si tiene a Milano riguardo alle vicende che hanno ruotato attorno alle cene di Arcore e alla presenza di Ruby.

Un verdetto che stupisce i più, ma che invece è naturale conseguenza di un impianto probatorio debole, ingiustificabile date le risorse usate per le intercettazioni telefoniche. Al di là di tutto però c’è un dato naturale che va oltre le carte processuali ed è il buonsenso, la saggezza che è forse il bene più prezioso di questo Paese. Non è bello giudicare in maniera non oggettiva in materia di giustizia, che deve essere uguale per tutti come scritto a caratteri cubitali nei nostri tribunali. Nel caso di Berlusconi le motivazioni chiariranno i veri motivi che hanno portato a ribaltare la sentenza di primo grado del 2013 che condannava l’ormai ex Presidente del Consiglio.

Rimane il valore politico di questa assoluzioni, di come sia l’occasione per chiudere una stagione politica. L’intelligenza di Matteo Renzi, che è stato bravo in questi mesi come nessuno in vent’anni a coinvolgere Berlusconi quando era più debole ed era sconveniente concordare insieme le riforme, procurerà al giovane primo ministro fiorentino un credito che alle elezioni europee del 25 maggio ha solo cominciato a riscuote anche in vasti settori del centrodestra.

Ora sta a Berlusconi capire che quest’assoluzione è l’inevitabile passaggio di un percorso che dopo le sue dimissioni da Premier l’hanno portato prima a sfiorare un capolavoro elettorale il 25 e 26 febbraio 2012 e poi a reggere il peso della pesante sconfitta alle elezioni di due mesi fa. Per il Cavaliere ora come non mai si spalanca la possibilità di essere il king maker del centrodestra italiano.

I moderati con le europee hanno scelto come interlocutore Matteo Renzi, creando le condizioni per quello spostamento del blocco sociale che creda Massimo D’Alema fosse avvenuto alle politiche del 2006. Quel pareggio, la vittoria berlusconiana del 2008, la caduta due anni fa, l’altro sostanziale pareggio dell’anno scorso e la prima vera sconfitta elettorale di Berlusconi hanno solo rimandato la fine di un percorso politico che ha caratterizzato due decenni di vita italiana.

Il nostro è un Paese profondamente democristiano, capace di scegliere con saggezza nei momenti più bui della propria storia. Un Paese moderato, che ora vede una sinistra più forte della destra, ma che al momento di scegliere tra l’opzione Grillo e quella Renzi ha premiato in maniera inequivocabile il secondo.

L’Italia ha bisogno di riforme strutturali in tutti i settori primari a cominciare dal mondo del lavoro, l’occasione con la sentenza di Milano è a portata di mano, anche i grillini da settimane parlano con il Pd, consapevoli che l’Aventino mediatico non paga. Non disperdiamo la saggezza!