Ecco un’altra pillola su un mezzo alquanto insolito, ovvero l’Aprilia Motò 6.5. Alla sua presentazione fece scalpore in quanto era, uno dei rari esemplari di moto costruita con l’aiuto di un designer esterno al mondo del motociclismo, Philippe Stark. La moto non riscosse un grande successo e Stark non collaborò più con l’Aprilia. Secondo il mio punto di vista la moto esteticamente faceva pena e venne praticamente snobbata. A memoria io ricordavo che ne furono costruite meno di 5000 esemplari, ma una ricerca veloce in internet mi ha rivelato che in realtà la produzione non superò le 4000 unità.
Nelle intenzioni della casa di Noale, la Motò avrebbe dovuto aprire la strada ad un nuovo modo di concepire le moto, abbinando una meccanica ed una ciclistica di prim’ordine ad un design innovativo e curato da esperti esterni al settore. C’è chi dice che il progetto è un successo e chi invece pensa che questa idea è completamente un fallimento. Personalmente lo considero un totale disastro, perché pur essendo un mezzo tecnicamente validissimo e con ottime doti, il design ne penalizzò le vendite e la maggior parte degli appassionati di moto espresse un giudizio terribile riassumibile con una parola sola: Orripilante!
Ora però la parte che può esser considerata un successo. Oggi la Motò risulta essere una moto ricercata da collezionisti ed appasionati di un certo tipo e come se non bastasse viene considerata un’opera d’arte moderna centrando in parte l’obiettivo con cui era stata concepita, peccato che ciò che di solito viene considerata arte non ottiene il successo del mercato e se per le opere quali statue e quadri non risulta esser un problema, per un veicolo da considerare “popolare” diviene un vero e proprio handicap.
Di certo la Motò è un veicolo che non passa inosservato e pur fallendo nelle vendite ha ottenuto un grande risultato rimanendo nella memoria, bene o male, degli appassionati. Nonostante siano passati anni dalla cessazione della produzione, la Motò è riuscita a conquistarsi una fetta di mercato non indifferente, essendo diventata per molti un oggetto del desiderio. Oserei dire che il veicolo ha ottenuto un successo “postumo” proprio grazie alle sue caratteristiche di progettazione e con questo chiudo questa pillola rimandandovi alla prossima.